Dalla Ferrari d’epoca più costosa di tutte, la 250 GTO, alla Enzo prodotta tra il 2002 e il 2004: cinque modelli di Maranello rimasti nella storia e ancora oggi invidiabili pezzi d’asta. Le cifre d’acquisto sono sempre da capogiro.

Belle, affascinanti, invidiabili. Tutti noi vorremmo una Ferrari nel proprio garage. E non solo un modello più recente, anche quelli d’epoca, che hanno segnato la storia della nostra Nazione. Una F40 per esempio, l’ultima auto visionata da Enzo Ferrari prima della scomparsa nel 1988, o la 250 GTO: l’esemplare classico di Maranello più costoso di tutti, venduto alla bellezza di 60 milioni di euro nel 2018. Ma ci sono anche altri tre modelli del passato che vogliamo ricordare: che colpiscono per la bellezza e che tuttora oggi, insieme ai primi due, vengono venduti all’asta a prezzi da capogiro. Scopriamoli.

FERRARI D’EPOCA: LA 250 GTO

La Ferrari d’epoca più costosa di tutti, dicevamo, è la 250 GTO. Per ottenerla oggi, ci vogliono più di 60 milioni di euro. Ma chi ha speso più di tutti è stato David MacNeil, Ceo di WeatherTech (società dell’Illinois produttrice di accessori per automobili) che nel 2018 acquistò il numero di telaio 4153 alla bellezza di 70 milioni di euro. Quell’auto partecipò nel 1963 alla 24 Ore di Le Mans, arrivando seconda di classe e quarta assoluta, vincendo poi l’anno dopo il Tour de France automobilistico. Ma non solo, perché si prese numerose vittorie in classe GT dal ’62 al ’64, quando venne poi sostituita dalla 275 GTB: la 12 Ore di Sebring, la Targa Florio, 1000 Km del Nurburgring, solo per fare gli esempi più noti.

Una berlinetta due posti da sogno a motore anteriore, sviluppata prima da Giotto Bizzarini, poi da Mauro Forghieri (anche direttore della Scuderia Ferrari di F1 dal 1962 al 1971 e dal 1973 al 1984) e da Sergio Scaglietti, che collaborarono allo sviluppo della carrozzeria. L’auto montava un V12 sviluppato fino a 302 Cv a 7.500 giri/min, per 294 Nm di coppia a 5.500 giri/min. Potenza inviata alle ruote grazie a un cambio meccanico a cinque marce. La velocità massima arrivava fino a 283 km/h, per un’accelerazione 0-100 km/h in circa sei secondi.

FERRARI 365 DAYTONA

Dopo la 275 GTB, nel 1968 arrivò il momento della 365 Daytona, in produzione fino al 1974. Lunga 4,42, larga 1,76 e alta 1,24 metri, con un peso di 1.200 kg, è stata assemblata a Maranello con lo stile di Leonardo Fioravanti per Pininfarina. Una vettura da urlo e di classe, con un motore V12 alimentato da 6 carburatori Weber a doppio corpo da 40 mm, una distribuzione dei pesi ottimale e cambio posteriore con sistema transaxle. La velocità era di 280 km/h, l’accelerazione 0-100 km/h in 6,1 secondi. Di questa vettura venne prodotta nel 1969 anche una versione spider, la 365 GTS/4, richiesta soprattutto dal mercato americano per l’importatore Luigi Chinetti. In tutto, gli esemplari prodotti di quest’ultima versione furono 122.

La 365 GTS/4 era una straordinaria berlinetta due-porte, una finta cabriolet con roll-bar in alluminio satinato e capote in tela vinilica. Nel 1971, poi, subì un leggero restyling, con nuovi proiettori anteriori a scomparsa e interni aggiornati, mentre la stessa capote venne venduta completamente ripiegabile in tela. Con l’arrivo della 365 GT4 BB, quindi, l’auto uscì di produzione nel 1974, lasciando però un ricordo indelebile nella mente di tanti. Di questi giorni la notizia che la versione coupé, una 365 GTB/4 Daytona del 1973 color azzurro, sarà battuta all’asta a Londra, il prossimo 5 novembre, da RM Sotheby’s. In passato, invece, una 365 GTS/4 del 1973 rossa bordeaux, costruita su specifiche statunitensi, era stata venduta al prezzo da urlo di 2.479.000 euro.

FERRARI F40

Forse la più bella di tutti: stiamo parlando della Ferrari F40. Un gioiello talmente bello nell’aspetto e nella tecnica, da essere ancora oggi ricercato in numerose aste. Concepita nel 1987 per celebrare i 40 anni di vita del marchio di Maranello, fu l’ultima vettura battezzata da Enzo Ferrari, che si spense nell’agosto dell’anno seguente. Sotto al cofano, era spinta da un motore capolavoro otto cilindri a V di 90° da 3 litri, con due turbocompressori e una potenza di 478 Cv a 7 mila giri (arrivabile fino a 650 Cv), per una coppia massima di 500 Nm a 4 mila giri. Il propulsore era posizionato centralmente, la trasmissione era a cinque rapporti e la trazione posteriore, il differenziale montato posteriormente rispetto al cambio.

Una vera e propria auto da corsa omologata per l’uso stradale, lunga 436 cm e che rimase in commercio fino al 1992, dopo 1.311 esemplari prodotti, con numeri di telaio da 76.624 a 95.317. La carrozzeria era fatta prevalentemente in materiali compositi, strutturata in 11 pannelli. Il compito di dare forma alla F40 venne affidato alla carrozzeria Pininfarina, chi ci lavorò furono anche Aldo Brovarone, Leonardo Fioravanti e Pietro Camardella. Quando all’epoca uscì, la F40 batté allora il record di auto più veloce del mondo per i 324 km/h dichiarati, superiori ai 314 km/h stabiliti nel 1986 dalla Porsche 959. Record di Maranello però battuto quattro anni dopo dalla Bugatti EB110, che nel 1991 arrivò a 342 km/h. Quest’anno, un esemplare del 1990 è stato uno degli ultimi pezzi venduti all’asta di Pebble Beach da “Gooding & Company”, alla bellezza di 3.965.000 dollari (4.057.365 euro).

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